OMOFOBIA E BULLISMO OMOFOBICO

Il bullismo omofobico è un tipo di bullismo di genere che si basa sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere reale o percepita.  Esso può assumere diversi aspetti, (integrando anche svariati reati penali): battute, offese verbali, insulti, umiliazioni pubbliche, diffamazioni, intimidazioni, spinte e botte, furto o danneggiamento di oggetti personali, isolamento sociale, minacce tramite email, chat o social network, cyberbullismo, fino alla violenza fisica o sessuale.

Per omofobia si intende paura nei confronti di persone dello stesso sesso e più precisamente tale termine si utilizza per indicare i sentimenti negativi che alcuni soggetti hanno nei confronti degli uomini o delle donne omosessuali. L’omosessualità è stata per molto tempo raccontata come una malattia, una sorta di devianza sessuale. Solo il 17 maggio 1990 l’O.M.S. ha cancellato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta come una variante naturale del comportamento umano.

Il “coming out” è spesso un percorso pieno di ostacoli e timori che spinge molti ragazzi a nascondere la propria natura per paura di essere disapprovati, rifiutati o peggio ancora finire vittima di aggressioni e violenza.

Il disegno di legge c.d. Zan contro l’omofobia si proponeva di modificare i delitti previsti dagli artt. 604 bis e 604 ter c.p, aggiungendo alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi anche gli atti discriminatori “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere e sulla disabilità”. Il testo di legge approvato alla Camera nel 2020 si è successivamente arenato per la sua approvazione definitiva in Senato.

Ricordiamoci che vincere il pregiudizio e l’esclusione di cui ancora troppo spesso le persone lgbtqia+ sono vittime è una battaglia di civiltà molto importante che deve coinvolgerci tutti.