Le Cyberestorsioni

Cyberbullismo o Cyberestorsioni

Le Cyberestorsioni

Nell’era del digitale tutto è in continuo cambiamento: il modo di esprimersi, di comunicare e di trasferire denaro, le tecniche per autenticare documenti, ecc.

Anche il modo di commettere i reati si sta modificando: sono nati reati completamente nuovi e nuove modalità con cui mettere in atto i crimini tradizionali. Gli autori di tali delitti sono molto più consapevoli delle potenzialità offerte dal mondo digitale rispetto ai fruitori dei dispositivi informatici e traggono enormi vantaggi da questa situazione per sferrare attacchi sempre più sofisticati alle loro vittime.

Con lo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche, anche il reato di estorsione si è evoluto sviluppandosi una vera e propria versione cibernetica di tale delitto. Le estorsioni telematiche più note sono l’estorsione a mezzo virus informatico e la sextortion.

L’estorsione realizzata tramite malware si attua attraverso un virus che limita l’accesso al proprio computer/dispositivo al fine di costringere la persona offesa a versare del denaro per lo sblocco. Tale condotta si sviluppa in due fasi: in primis l’attacco alle risorse informatiche e poi la minaccia e richiesta di pagamento.

Il virus, dopo avere infettato il sistema informatico, cripta i files utilizzati dalla vittima e memorizzati su un disco impedendone l’accesso e rendendoli irrecuperabili. Una volta criptati tutti i dati, sullo schermo del sistema compare un messaggio di avvenuta infezione, con la richiesta del versamento di denaro entro una determinata data per ottenere la chiave che consente il recupero.

La cifra richiesta solitamente non è molto elevata: tale strategia permette alla maggior parte dei criminali di ottenere facilmente il pagamento (solitamente fatto in bitcoin) senza che la vittima vada a sporgere denuncia evitandosi così tutte le lungaggini processuali. Una volta versata la somma richiesta, gli estorsori manderanno una mail alla vittima che potrà eseguire o scaricamento del programma di decriptazione (ma non può neanche escludersi che i dati siano stati cancellati dal malware in via definitiva ed il riscatto pagato inutilmente).

Con riferimento alla sextortion, essa si sviluppa in conseguenza del sexting che consiste nella condivisione di foto, video o altri contenuti di natura sessuale. Tale pratica (diffusa maggiormente tra gli adolescenti) non è penalmente rilevante ma può divenire tale se posta in essere senza il consenso della persona interessata, oppure se i contenuti delle foto o dei video ritraggono minori potendo, in questi casi, trovare applicazione i delitti di pedopornografia degli artt. 600 ter e 600 quater c.p. 

Nei casi di sextortion, l’agente prospetta alla vittima la diffusione di video o immagini di natura sessuale, lesive della sua dignità, in modo da costringerla a porre in essere un esborso patrimoniale rilevante. Ad esempio può accadere che successivamente allo scambio online di immagini intime uno dei due soggetti, spesso celato dietro falso nome, ricatti l’altro di pubblicare tutto il materiale ricevuto a meno che non riceva del denaro. Oppure può accadere che un ex partner in possesso di video o immagini intime (raccolte, in un primo momento, consensualmente) minacci l’ex compagno/a di divulgare tutto il materiale in suo possesso costringendo la vittima, per evitare ciò, a versare una determinata somma di denaro o ad avere rapporti sessuali.

Uno degli aspetti da tenere in considerazione nei casi di reati informatici è la velocità estrema con la quale si evolvono le tecnologie informatiche. Il continuo cambiamento degli strumenti tecnologici favorisce il progresso e il miglioramento delle condizioni di vita ma parallelamente comporta un duplice fenomeno:  il proliferare dei crimini informatici, sempre diversi e potenzialmente via via più raffinati, e dei crimini tradizionali eseguiti però tramite la moltitudine di dispositivi informatici in crescente diffusione nella vita di ognuno e l’incremento del numero di persone che ha accesso al mondo del crimine, dovuto al fatto che è progressivamente più facile procurarsi mezzi e competenze per eseguire i reati. La grande sfida per la giurisprudenza è riuscire ad adeguare le normative con prontezza per farle restare al passo con il progresso tecnologico.