TUTELA PENALE PER ADULTI E MINORI

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Servizio legale per imputati e vittime offerto a Pesaro e Roma.

 

Lo Studio Legale Nocito fornisce consulenza ed assistenza legale in materia penale con riferimento a qualsiasi fattispecie di reato (ad esempio: furto, truffa, estorsione, maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, omicidio, lesioni, rissa, diffamazione, spaccio di sostanze stupefacenti) che coinvolga i propri clienti, sia come indagati o imputati sia come persone offese o parti civili

Il diritto penale è quel ramo del diritto pubblico che disciplina i fatti illeciti per la cui commissione la legge prevede l’applicazione di sanzioni penali. Tali fatti illeciti sono i reati che possono definirsi come quei comportamenti umani, attivi o omissivi, alla cui realizzazione la legge ricollega sanzioni penali che sono la pena e la misura di sicurezza.

L’avvocato penalista può difendere sia la persona che ha violato la legge commettendo un reato che la persona offesa o danneggiata da un’azione delittuosa. Nel momento in cui si è coinvolti in un procedimento penale, come autori o vittime di reato, è molto importante affidarsi ad un avvocato che conosca la materia e che sappia come utilizzare al meglio gli strumenti processuali messi a disposizione dalla legge tra cui anche i nuovi strumenti di deflazione penale (messa alla prova per adulti, non procedibilità per tenuità del fatto, estinzione del reato per condotte riparatorie) necessari per differenziare la qualità e la stessa attuazione della risposta punitiva, in relazione alle caratteristiche del caso concreto e secondo una logica di apprezzamento della ridotta offensività e pericolosità dell’illecito commesso.

Gli avvocati dello studio Nocito si aggiornano continuamente tramite specifici corsi di formazione e specializzazione ai fini di tutelare al meglio i propri assistiti: l’Avv. Eleonora Nocito ha altresì conseguito l’attestato di idoneità relativo al IV corso biennale di formazione Specialistica dell’Avvocato Penalista organizzato dall’Unione delle Camere Penali Italiane

Particolare attenzione è inoltre rivolta ai minorenni infatti uno dei maggiori settori di specializzazione dello studio è il diritto penale minorile volto al recupero del minore in relazione a comportamenti sbagliati allo scopo di rendere formativa l’esperienza giudiziaria, prima che punitiva. Il diritto penale minorile costituisce quella branca del diritto penale che ha per oggetto reati commessi da soggetti minori d’età e, quindi, infra-diciottenni (ma ultraquattordicenni).

Nell’ambito dei procedimenti penali minorili, particolare attenzione è rivolta al perseguimento dei fini di rieducazione e di reinserimento sociale del minorenne responsabile di un reato.

A tal fine, la legislazione esistente prevede la possibilità per i soggetti minorenni di intraprendere percorsi positivi di recupero sociale grazie ad istituti quali il perdono giudiziale, la sospensione del processo con messa alla prova e la sentenza di non doversi procedere per irrilevanza del fatto.

 L’Avv. Eleonora Nocito, Criminologa Minorile da sempre attiva nella tutela del minore, garantisce assistenza legale ai minorenni che si trovano in situazioni difficili e complesse. 

Solamente quando la condotta del minore ultraquattordicenne (considerato capace di intendere e di volere e non immaturo) rivesta rilevanza penale potrà iniziare, avanti al Tribunale per i minorenni, un vero e proprio processo nei suoi confronti.

Nel momento in cui un minorenne viene indagato per un qualunque tipo di reato entrerà immediatamente in gioco il servizio sociale del Ministero che è un servizio sociale particolarmente qualificato, con una competenza regionale, che verrà subito delegato dalla Procura Minorile, durante le indagini preliminari, ad effettuare la c.d. “indagine personologica”. Il Servizio sociale del Ministero dunque dovrà svolgere un’indagine sociale parlando con il ragazzo, con i suoi genitori, cercando di capire il perché del fatto di reato, se il ragazzo si riconosce nello stesso, se non si riconosce, qual è il contesto familiare, ecc.

Quando si arriverà all’esito delle indagini e il Pubblico Ministero Minorile riterrà di avere gli elementi necessari per fare la richiesta di rinvio a giudizio, si aprirà l’udienza preliminare. A quest’udienza parteciperà il ragazzo, i suoi genitori, saranno presenti i servizi sociali (che riferiranno dei loro approfondimenti), la persona offesa, la difesa e la pubblica accusa.

La tendenza che è insita nell’attività dei Tribunale per i minorenni in sede penale è quella di portare il ragazzo fuori dal processo, non tanto con una condanna, ma con un percorso che gli consenta di capire quello che è successo e, in un certo senso, di riparare a quello che ha commesso.

Tutto il processo penale minorile è ordinato secondo principi specifici e diversi rispetto al processo penale per gli adulti ossia tende al coinvolgimento del ragazzo, alla comprensione del disvalore di quello che ha fatto ed al suo recupero. Questo ancora di più nell’ambito di reati commessi direttamente nei confronti di un soggetto che magari è un compagno con cui si continua a stare in classe, con cui si vive nello stesso paese o ci si incontra tutti i sabati pomeriggio lungo il corso. L’esigenza fondamentale del Tribunale, quindi, è quella di risolvere il conflitto più che di scrivere su una sentenza che il minore ha commesso quel reato condannandolo ad una pena che molto spesso è una pena simbolica in quanto per i fatti non gravissimi si tende a non espiare una pena carceraria. 

Quindi si cercherà di attivare un percorso di fuoriuscita del processo e, proprio per questo, sono previsti degli istituti specifici come quello della cosiddetta messa alla prova che nasce in ambito minorile ma che oggi il legislatore ha anche esteso al processo a carico degli adulti. Quando il minore in udienza si riconosce nella condotta contestata dal pubblico ministero minorile, ossia magari non dice di aver commesso il fatto così come identificato dalla pubblica accusa ma, comunque, ammette che qualcosa è successo, che quella condotta l’ha tenuta (magari contestualizzandola diversamente o non rendendosi conto fino in fondo del disvalore di quello che ha commesso e del danno che ha cagionato alla vittima) se il ragazzo è d’accordo si sospende il processo (in qualunque fase esso si trovi) e si avvia il minorenne ad una vera e propria prova. Quest’ultima consisterà in una serie di attività che verranno concordate in relazione al singolo caso concreto attraverso un progetto che verrà redatto dal servizio sociale del Ministero. Tale progetto prevederà varie attività e, laddove la persona offesa sia disponibile, anche il tentativo di mediazione vittima-autore del reato. Un mediatore professionista, in una stanza della mediazione che è esterna al processo, con un’attività tecnica, specifica e professionale metterà, nell’ambito di un percorso che si strutturerà in vari incontri di preparazione, a confronto le due parti di questo conflitto. Ciò sia per consentire, da una parte, all’autore del reato di riconoscere il danno che ha causato alla persona offesa e, dall’altra, alla persona offesa di vedere riconosciuta la propria posizione. Tale attività di mediazione dovrebbe tendere ad un risultato di riconoscimento reciproco e di pacificazione

La messa alla prova inoltre prevede anche un’attività di riparazione nei confronti della società perché un danno commesso nei confronti di un’altra persona è sempre un danno commesso nei confronti di tutta la società e, quindi, molto spesso i percorsi di messa alla prova prevedono delle attività che durano vari mesi. Questi giovani, ad esempio, potranno andare in strutture che accolgono malati o persone con gravi handicap o anziani non autosufficienti: essi potranno aiutare il personale, servire i pasti, cambiare le lenzuola, far giocare i bambini disabili. A ciò si potranno affiancare, quando opportuno, percorsi psicologici, di disintossicazione (perché spesso questi ragazzi hanno problemi con l’abuso di stupefacenti il cui uso modifica tutte le relazioni sociali comprese quelle con i “pari”) e quant’altro. Quando questi percorsi di messa alla prova sono ben svolti, ben individualizzati, potranno dare dei risultati eccellenti infatti molti di questi ragazzi, all’udienza nella quale viene valutato l’esito della prova, riferiscono ai giudici, ad esempio, che continueranno l’esperienza di volontariato in quella casa di cura, ecc. Dunque, per aiutare il minore scivolato nella devianza ad intraprendere un vero e proprio percorso di cambiamento, l’approccio deve essere globale e, perché ciò avvenga, deve esserci un intervento di tipo professionale.

 

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