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I settori principali di intervento riguardano la formazione su bullismo/cyberbullismo e violenza contro le donne. Il bullismo sembra essere una delle spie del malessere sociale dei nostri tempi: sono sempre più frequenti episodi di aggressività e di violenza che dipingono un quadro allarmante quale espressione di un forte disagio vissuto da questi giovani. Il comportamento del bullo può essere inteso come un comportamento borderline perché sta in quel territorio di confine tra il comportamento deviante e quello criminale o giuridicamente rilevante. Il riconoscimento dei comportamenti bullistici-vessatori, quando non criminali, è il primo passo per qualunque cambiamento culturale e sociale che vada verso il rispetto delle norme di convivenza e di sviluppo ed è il prerequisito per interrompere con fermezza una spirale dolorosa per le vittime di atti bullistici. Con riferimento al cyberbullismo, gli adolescenti sono a conoscenza del fenomeno ma in modo poco approfondito: hanno la tendenza a minimizzare gli eventuali rischi e pericoli dei social network, pensando che si tratti solo di un gioco. In realtà anche un solo episodio di cyberbullismo non monitorato può creare una spirale negativa e portare a conseguenze legali.
Occuparsi di bullismo e di cyberbullismo è un dovere perché, oltre a migliorare la vita dei più giovani, favorisce un atteggiamento di reciproca collaborazione. Tale situazione di emergenza psico-sociale richiede nozioni di sicurezza, buone prassi da insegnare e da trasmettere ai bambini e ai ragazzi, costantemente collegati ad Internet, in modo da renderli capaci di affrontare situazioni di pericolo e per diffondere tra loro un’adeguate cultura della legalità e del rispetto per l’altro. Inoltre occorre un maggior controllo nell’utilizzo della rete, molto spesso non supportata da filtri di controllo dei siti visitati. La conoscenza e la consapevolezza di tali rischi da parte dei genitori è fondamentale per favorire anche un discorso di prevenzione e di protezione della navigazione sul web. Prevenire il bullismo e il cyberbullismo tramite interventi mirati significa prevenire la delinquenza da una parte e il disagio affettivo dall’altra. La creazione di una cultura antibullismo è fondamentale per prevedere modalità di interazione positive tra istituzioni diverse. Qualsiasi opera di sensibilizzazione e di intervento deve coinvolgere anche la famiglia e la scuola che di fatto sono i luoghi dove bambini e adolescenti passano il loro tempo.
La violenza di genere è un fenomeno planetario che continua ad uccidere, sia fisicamente che psicologicamente, moltissime donne le quali, molte volte, non hanno la consapevolezza di essere vittime di un abuso, altre non si rivolgono alle forze dell’ordine per paura o perché minacciate, per proteggere se stesse e i propri figli, perché dipendenti economicamente dal partner, per la frustrazione e l’umiliazione di essere picchiate, abusate proprio dalla persona con cui hanno pensato di avere un rapporto di amore. Nonostante la violenza sulle donne esista in tutti i paesi, attraversi tutte le culture, le classi sociali, i livelli di istruzione e tutte le fasce d’età è ancora poco riconosciuta e, quindi, denunciata. I segnali di violenza domestica possono addirittura essere presenti già dalle prime relazioni, dai primi innamoramenti soprattutto in quelle coppie caratterizzate da un rapporto molto esclusivo composto da gelosia e controllo. La violenza di genere tra adolescenti, c.d. teen dating violence, nasce da un investimento affettivo estremo, un amore malato, in cui possessività, orgoglio, gelosia ossessiva e divieti possono essere scambiati come gesti d’amore. L’educazione alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze è uno strumento fondamentale per la prevenzione della violenza sulle donne basata sul genere. Ciò deve avvenire incoraggiando da un lato il superamento di ruoli e di stereotipi e dall’altro vedere le differenze come una ricchezza e non come una presunta gerarchia cercando di diffondere una cultura che non giustifichi mai l’uso della violenza nelle relazioni ma lavorare sulla cultura del rispetto. Il rispetto non ha genere, ci appartiene ed appartiene all’ideale di amore che dobbiamo e vogliamo costruire tutti insieme.
È quindi indispensabile prevenire per evitare che si continui a dover raccogliere i pezzi di chi non vede rispettati i suoi diritti fondamentali, di chi è vittima di bullismo o di violenza per la sua appartenenza etnica o religiosa, per il suo orientamento sessuale o per il suo genere. Non dimentichiamo che tutte le forme di violenza sono collegate: violenza ed intimidazione nelle scuole, violenza domestica, violenza sul lavoro. L’educazione alla parità di genere, la prevenzione contro il bullismo e cyberbullismo e contro la violenza di genere – attraverso la sensibilizzazione di docenti, genitori, studenti e anche tutta la cittadinanza – sono necessarie per andare contro gli stereotipi, i pregiudizi, l’omofobia. Lottare contro un tipo di violenza significa anche prevenire gli altri.
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